Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/242

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

238

che lo perseguiti rapidamente, lo che mi conduce nel cuore della Carintia, dove l’inimico non avrà mancato, come già vi si preparava, a riunire tutte le divisioni, che egli tiene a scaloni, su l’armata del Reno, dalla quale può allontanarsi per più di venti giorni, ed io mi troverei di avere ancora a fronte tutte le forze, le quali nell’ordine naturale di battaglia, dovrebbero essere opposte all’armata del Reno. Non è necessario esser Capitano per comprendere tutto ciò: un sol colpo d’occhio su di una carta con un compasso, convincerà ad evidenza di quel che qui vi dico: se non vi si vuoi prestar orecchio, non so che farvi.

Il Re di Sardegna, se non si ratifica il trattato di alleanza che si è fatto con lui, si troverà presto nostro nemico, poichè fin dal presente egli comprende che noi abbiamo meditata la sua perdita. Durante la mia assenza, vi saranno necessariamente degli attacchi con la Repubblica cisalpina, la quale non è nel caso di resistere a un solo de’ suoi reggimenti di cavalleria; d’altronde io mi trovo allora nella necessità di far dei calcoli, riguardando come sospette le intenzioni del Re di Sardegna, e perciò bisognerà che io metta 2,000 uomini a Cuneo, 2,000 a Tortona, e altrettanti in Alessandria.

Penso dunque, che se si entra in mal umore col Re di Sardegna, resterò indebolito di 5,000 uomini di più, che io sono obbligato di mettere in guarnigione nelle piazze, che io ho ne’ suoi Stati, di 5 a 6,000 uomini che mi bisognerà lasciare per proteggere il Milanese, e per ogni evento la cittadella di Milano, il castello di Pavia, e la piazza di Pizzighettone. A questo modo dunque voi perdete, non ratificando il trattato col Re di Sardegna,

1. Diecimila uomini di ottime truppe ch’egli ci fornirebbe.

2. Diecimila uomini delle nostre truppe, che si è obbligati di lasciare alle nostre spalle, ed oltre a ciò avremo grandissime inquietudini in caso di disfatta, o di disgraziato avvenimento.

Qual inconveniente vi è dunque a lasciar sussistere una cosa di già fatta? E’ forse lo scrupolo di essere alleato di un Re? Ma noi lo siamo adesso del Re di Spagna, e