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mo per vendicare i suoi fratelli: sentimento lodevole che lo rende un eroe.

È vero che Umberto non sembrava un odioso tiranno; ma Bresci volle demolire l’idolo, il re e non l’uomo.

È Bresci stesso che lo ha detto nel suo primo interrogatorio:

Riconoscete, gli fu chiesto, d’aver ucciso il re Umberto?

No, egli ha risposto, non ho ucciso Umberto, ma il re.

La vigilia dell’attentato non eravate nel parco di Monza con una donna?

Non dite con una donna, ma con una signora.

Vi riconoscete l’autore del delitto?

Dite l’autore dell’atto e non del delitto.

Certamente si è perduta l’abitudine di chiamar tiranno un re costituzionale; ma se i suoi ministri agiscono da tiranni e il re li approva e li sostiene in tutto la cosa è sempre la stessa. È lui il responsabile e non deve essere risparmiato non più dei suoi miserabili ministri. Paul Adam ha detto che lo Czar Alessandro II fu il solo sovrano assassinato come un odioso tiranno, che inviava in Siberia, senza processo, i disgraziati studenti colpevoli di aver letto, in casa loro, un libro di filosofia, interdetto dalla censura imperiale. Dopo questa catastrofe, del resto, furono adottate delle misure liberali. Perciò si può dire almeno, che in Russia, i tentativi dei nichilisti modificarono lo stato di cose. La classe pensante dell’impero non fu più perseguitata con tanta brutale stoltezza.

Dunque i mostri, i delinquenti, gli assassini cominciano dai valorosi marchesi di Saint Rejant, Cadoudal, Passanante, Haedel, Nobiling, Rysokoff, Perowskaja, Gemichow, Caserio, Angiolillo, Acciarito e Bresci.

Perchè? Perché son recenti; il tempo non è an-