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all’eterogeneo. Secondo l’albero genealogico dell’Häckel, l’homo sapiens di Linneo, la specie più nobile sulla terra, deriverebbe, per molti anelli intermedi, dai marsupiali (didelfi); questi da animali simili all’ornitorinco (ornithodelfi); questi, per altri anelli perduti, da anfibj come le rane; queste (che nel primo periodo della loro vita sono girini e respirano per branchie), da pesci; i pesci cranioti da specie vertebrate, ma senza cranio (rappresentate dal famoso amphioxus); queste da molluschi con sistema vertebrale rudimentale (rappresentati dalle ascidie); questi, per altri anelli intermedii, dagli animali monocellulari, dalle monere. Gli animali non sono che agglomerazioni di cellule, sviluppatesi per integrazione e differenzazione; o, per parlar più chiaro, per associazione dei lavoratori e divisione del lavoro. Le cellule stesse sono uscite dal protoplasma ricoprendosi di una membrana. Il protoplasma si è formato nell’acqua per una specie di cristallizzazione umida, quando le condizioni del globo permisero l’incontro degli elementi necessarj a questa speciale combinazione del carbonio. Sul globo stesso i monti, i mari e l’atmosfera si sono prodotti per lento effetto del suo raffreddamento. E i pianeti tutti sarebbero usciti, secondo l’ipotesi di Laplace, da una nebulosa primitiva in movimento rotatorio, nella quale tutte le sostanze erano allo stato gasoso. E gli atomi di tutti i gas erano forse (secondo un’ipotesi rinnovata del Mendeleyeff e da altri, ma vecchia come Democrito), derivanti da una sola specie di atomi, forse d’idrogeno. E gli atomi sono forse, giusta