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che debba esser corporeo, che debba esser quel corpo che diventa cadavere; su quest’ultimo punto abbiamo già discusso esaminando le ragioni a priori contro lo spiritismo. Quindi, ammessa la cognizione magica, se non si ha ancora una prova indiscutibile della tesi spiritualista, almeno non resta più alcuna ragione in favore del materialismo.
In secondo luogo, se la cognizione magica non è una prova indiscutibile della verità dello spiritualismo, fornisce però una ragione di qualche valore per crederlo probabile. Infatti bisogna considerare due cose: prima, che i fenomeni di chiaroveggenza non provano solo che in certi casi ci si può vedere senz’occhi, ma ancora che, quando le condizioni sono tali che ci si vede senz’occhi, ci si vede molto meglio, perchè si vede anche allo scuro, anche traverso alla materia, anche a distanza; sicchè non solo si potrebbe dire col vescovo Butler che gli occhi non sono che un paio d’occhiali dello spirito, ma che sono occhiali affumicati. E poi bisogna considerare che, se alla chiaroveggenza bastassero il cervello e l’etere, l’avremmo sempre; e invece par che vi si richieda un’altra condizione, e che questa sia precisamente l’indebolirsi del sistema nervoso; infatti il du Prel fa osservare con ragione che la chiaroveggenza è tanto più facile quanto il corpo e specialmente il sistema nervoso è più debole. La chiaroveggenza è più facile nel sonnambulismo provocato, che molti fisiologi giudicano precisamente una paralisi, almeno parziale, del sistema nervoso; è più facile