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venire in psychomantium, come consiglia Cicerone (Tusc. I, 48). Dunque, escludendo lo spiritismo, si esclude anche la magia.
Ma, si dirà, se non c’è la magia, c’è la forza psichica, ossia l’azione diretta della volontà, l’azione a distanza del pensiero accompagnato da immagine, credenza ed emozione; il medio qui agisce fisicamente a distanza con un desiderio incosciente, senza sapere come fa, senza neppure sentire che è lui che fa.
Ebbene, io ho già ammesso che la forza psichica esiste; che può spiegare il movimento a distanza; ma non l’operazione magica a distanza. Vediamo ora se si può esagerarla abbastanza perché spieghi i fantasmi dei defunti.
Nel caso più semplice, ossia quando soltanto il medio ha la visione dei defunto, e la descrive agli astanti, basterà supporre che l’idea ch’egli ha del defunto produce in lui un’allucinazione.
Ma quando vi è la trasfigurazione del medio, ossia il medio assume l’aspetto del defunto? Allora bisognerà supporre che il medio ci comunica la sua allucinazione. Infine questa non sarebbe che un’esagerazione della suggestione mentale.
Ma passiamo al terzo caso: quando vi è la materializzazione del defunto fuori del medio, quando il defunto ci abbraccia mentre il medio è legato? Questo non è molto più difficile del precedente; basterà aggiungere alle allucinazioni visive anche le tattili.
Ma quando sono presenti simultaneamente più defunti?