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dialogo terzo | 91 |
il che M punto non è in tanto impedito, che non possa vedere l’emispero: perchè gli altissimi monti non si vengono ad interporre al punto M, come la linea M B; — il che credo accaderebbe, quando la superficie de la terra fosse piana — ma come la linea M C — M D. La quale non viene a cagionar tale impedimento, come si vede in virtù de l’arco circonferenziale. E nota davantaggio, che sì come si riferisce M a C e M a D, così anco K si riferisce a M; onde non deve esser stimato favola quel che disse Platone de le grandissime concavità e seni de la terra.
Smi. Vorrei sapere, se quelli, che sono vicini agli altissimi monti, patiscono questo impedimento?
Teo. No, ma quei, che sono vicini a monti minori, perchè non sono altissimi li monti, se non sono medesmamente grandissimi in tanto, che la loro grandezza è insensibile a la nostra vista: di modo, che vengono con quello a comprendere più e molti orizonti artificiali, ne’ quali gli accidenti de gli uni non possono donar alterazione a gli altri. Però per gli altissimi non intendiamo, come l’Alpe e li Pirenei e simili, ma come la Francia tutta, ch’è tra dui mari, settentrionale Oceano, ed australe Mediterraneo; da quai mari verso l’Alvernia sempre si va montando, come anco da le Alpe e li Pirenei, che son stati altre volte la testa d’un monte altissimo, la qual, venendo tuttavia fracassata dal tempo, che ne produce in altra parte per la vicissitudine de la rinovazione de le parti de la terra, forma tante montagne particolari, le quali noi chiamiamo monti. Però quanto a certa instanzia, che produsse Nundinio de li monti di Scozia, dove forse lui è stato, mostra, che lui non può capire quello, che s’intende per gli altissimi monti; perchè secondo la verità tutta questa isola Britannia è un monte,