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dialogo secondo | 41 |
possuto proveder al negozio, e sciolto da quel pensiero, andò a rimenarsi, e visitar alcuni amici italiani: e ritornando al tardi dopo il tramontar del sole. —
Pru. Già il rutilante Febo avendo volto al nostro emispero il tergo, con il radiante capo ad illustrar gli antipodi sen giva.
Fru. Di grazia, magister's, raccontate voi, perché il vostro modo di recitare mi soddisfa mirabilmente!
Pru. Oh, s’io sapessi l'istoria!
Fru. Or tacete dunque, in nome del vostro diavolo!
Teo. La sera al tardi giunto a casa ritrova avanti la porta messer Florio e maestro Guin, i quali si erano molto travagliati in cercarlo, e quando il viddero venire: oh di grazia, dissero, presto senza dimora andiamo, chè vi aspettano tanti cavalieri, gentiluomini e dottori, e tra gli altri ve n’ò un di quelli, ch’hanno a disputare, il quale è di vostro cognome. Noi dunque, disse il Nolano, non ne potremo far male: sin adesso una cosa m’è venuta in fallo, ch’io sperava di far questo negozio a lume di sole, e veggio, che si disputarà a lume di candela. Iscusò maestro Guin per alcuni cavalieri, che desideravano esser presenti, non han possuto essere al desinare, e son venuti alla cena. Orsù, disse il Nolano, andiamo e preghiamo dio, che ne faccia accompagnare in questa sera oscura, a sì lungo cammino, per sì poco sicure strade. Or ben che fussimo nella strada diritta, pensando di far meglio, per accortar il cammino, divertimmo verso il fiume Tamesi, per ritrovar un battello, che ne conducesse verso il palazzo. Giunsimo al ponte del palazzo del milord Buckhurst, e quinci cridando e chiamando oars, i. e., gondolieri,