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Pagina:Bruno - Cena de le ceneri.djvu/58

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44 la cena delle ceneri


Pru. Principio omni rusticorum generi hoc est a natura tributum, ut nihil virtutis amore faciant, et vix quicquam formidine poenae.

Fru. È un altro proverbio anco in proposito di ciaschedun villano:

Rogatus tumet,
Pulsatus rogat,
Pugnis concisus adorat.

Teo. In conclusione, ne gittarono là, e dopo pagatili e reseli le grazie, perchè in questo loco non si può far altro, quando si riceve un torto da simil canaglia, ne mostrorno il diritto cammino per uscire a la strada. Or qua li voglio, dolce Mafelina che sei la musa di Merlin Coccajo1. Questo era un cammino, che cominciò da una buazza, la quale nè per ordinario, nè per fortuna, avea diverticolo. Il Nolano, il quale ha studiato ed ha praticato nelle scuole più che noi, disse: mi par veder un porco passaggio; però seguitate a me! Ed ecco non avea finito quel dire, che vien piantato lui in quello fango di sorte, che non possea ritrarne fuora le gambe, e così aiutando l’un l’altro andammo per mezzo, sperando, che questo purgatorio durasse poco. Ma ecco che per sorte iniqua e dura lui e noi, noi e lui ne ritrovammo ingolfati dentro un limoso varco, il qual, come fusse l’orto de la gelosia, o il giardin de le delizie, era terminato quinci e quindi da buone muraglia, e perchè non era luce alcuna, che ne guidasse, non sapeamo far differenza dal cammino, che aveam fatto, e quello, che doveam fare, sperando ad

  1. Inventor della poesia macaronica, detto propriamente Teofilo Folengo da Mantova, morto l’anno 1544.