Pagina:Buonarroti, Michelangelo – Rime, 1960 – BEIC 1775670.djvu/163

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(4) APPARATO 157

champato m'à | molt’anni, | * c[hom]e ueggio.

1 a) a' tuo feroci mali b) alle tuo ueloci ali 2 ancor 3 gran tempo,

Vi: t, F: .c'a tuo; v.-2, F, istare; vi 4, F: uwoglie; v. in, in T: moriìr, per evitare l’ipermetria.

Si trova, con i nn. 6-9 (cfr. la nota al n. 6) sul verso di un foglio contenente disegni di cavalli e uno schizzo di battaglia tra cavalieri e fanti, probabilmente per il cartone della battaglia di Cascina (1504). Le poesie sono venute in carta dopo, nell'ordine; ma questa, stando alla grafia, forse qualche anno prima delle altre, in ogni caso tra il 1504 e il 1sr1. Le quartine sono di difficile lettura perché M. è ripassato con la penna sopra le parole, inserendo altre lettere tra le lettere che le compongono come se intendesse confonderne la lettura (cfr. i nn. 33, 70).

4

Quanto gode, sul biondo crine di lei, una lieta ghirlanda di fiori intrecciati, l'uno spingendo l'altro innanzi al primo, benché sia poi questo che giunge a baciare il suo capo! Così gode tutto il giorno la veste che le serra il petto e poi s'espande in basso, mentre l’aurea reticella non si stanca di accarezzarle le gote e il collo. Ma ancor più sembra godere quel nastro dalla punta dorata che le allaccia il seno e lo preme e lo tocca; e se la semplice cintura che le s'annoda alla vita sembra dive tra sé: qui voglio stringer sempre, che farebbero le mie braccia?

AB XAV f. 18; XV.f. f#2b.nò, 4t, 4250 ‘Gp. 178; F p.6 (VII, VIII)) — T = XXV.

Quanto si gode, lieta e ben contesta di fior sopr’a’ crin d'or d’una, grillanda, che l’altro inanzi l'uno all’altro manda, chome ch’il primo sia a bac[i]ar la testa! Contenta è ctucto il giorno quella uesta 5 che | sema | serra '1 pecto e poi par che si spanda, e quel c'oro filato si domanda le guanci’ e ’1 collo di tochar non resta. Ma più lieto quel nastro par che goda, dorato im punta, con sì facte tempre 10 che preme e tocha il pecto ch'egli allaccia. E lla schiecta cintura che s’annoda mi par dir seco: qui uo’ stringier se[m]pre. Or che farebon dunche le mie braccia?