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intorno alle mercanzie che vendevasi sul mercato, tra le altre cose ciò che segue:
“Sogliono venire quelli di Saronno con delle cavallate di lino1, quelli di Gallarate con panni, tela, saglia ed altro, e de’ bergamini con formaggio ed altre mercanzie che sarebbe un raccontar romano”.
Nella seconda metà di quel secolo viveva un Cesare Picinelli da Busto2 che, pigliato l’appalto della dogana della mercanzia di Milano, e con frodi ritenendo parte del dovuto alla Camera, giunse in breve a così segnalata ricchezza da comperarsi quasi tutta la terra di Castiglione, distante 26 millia da Milano, e fabricarvi belle case con peschiere ed altro. Divenuto era però molto inviso alla nobiltà milanese, massime perchè non pago di gareggiare con essa in magnificenza aveva tolto per sopra più a farla oggetto di affronti, e di vessarla con un adempimento troppo zelante de proprj officj doganali.
Ma passando a ciò che più direttamente concerne il borgo, rammento che fin dalla prima metà del detto secolo vi esisteva la pesa del così detto terratico3. Questa regalia che apparteneva alla Communità veniva dà essa affittata per un triennio. Ogni volta che si trat-
- ↑ Cavallata, ciò che può portare un cavallo su’l dorso.
- ↑ Vedi La vita del conte Bartolomeo Arese scritta da Gregorio Leti, edizione curata dal Tabi, (Milano — 1854) a pag. 206.
- ↑ In un’istanza del Commune di Varese contro i mercanti di Gallarate, i quali nel 1749 si rifiutavano di sottostare alla tassa stata loro ultimamente imposta per ogni braccio di terra che avessero occupato nei mercati dello stesso Commune, leggesi «Habet Commmunitas Varisi ius, quod vocant Terraticum, erigendi scilicet certam ac determina tam quantitatem ab iis qui in viis ac plateis publicis merces vendendas exponunt. V. Statuta Burgi et castellantiae de l’aristo. (Mediolani, ex officina Francisci Vallardi, MDCCCLXIV, pag. 82, a cura del prof. Francesco Berlan.)