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la croce rossa nel terremoto calabro—siculo del 1908 23


L’On. Queirolo indirizzava al Sig. Presidente dell’Associazione il seguente telegramma:

Gioia Tauro 290-483 12-1-909 16,30


Senatore Taverna Presidente Croce RossaRoma.

«Reduce dai desolati paesi montagne calabre voglio esprimere S. V. mia ammirazione opera altamente efficace prestata con prontezza abnegazione dalla Croce Rossa Italiana che tanto contribuì alleviare lutti dolori immane disastro quella remota regione

« Deputato Prof. Queirolo ».


Monsignor Morabito che tanto si distinse in soccorso delle vittime del terremoto in Calabria così scriveva al Presidente dell’associazione:

VESCOVADO DI MILETO


Mileto, 22 marzo 1909

All'On. Signor Conte Taverna

Presidente Generale della Croce Rossa Italiana

ROMA


Ora che son partite dal Circondario di Palmi le ultime tende della «Croce Rossa Italiana», sento il dovere di manifestare a Lei, degno Presidente della benemerita Istituzione, la mia sincera gratitudine ed ammirazione per l’azione pronta, longanime ed efficace spiegata dai militi e dai loro Comandanti nell’opera di soccorso in tutto quel Circondario devastato dal terremoto.

Il Commissario, Maggiore Genovesi, visitava instancabile i vari distaccamenti, i medici accorrevano ovunque si sapesse o si sospettasse ci fossero feriti o infermi, senza badare alla inclemenza della stagione e alla difficoltà delle vie e dei mezzi di trasporto. Le tende ospedale erano tenute in modo inappuntabile, i magazzini di deposito erano ordinatissimi, e le tende baracche di ultimo modello furono di una utilità straordinaria. L’E. V. e tutti i Signori componenti il Consiglio di Presidenza possono con ogni ragione far plauso agl’inviati della Croce Rossa in Calabria, come ognuno che ha cuore deve plaudire al Consiglio Generale della benemerita Istituzione.

Con questi sensi di perenne gratitudine mi raffermo

Dev. Obb.

Giuseppe Morabito, Vescovo di Mileto.