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44 | cabala del cavallo pegaseo |
- da’ miei progenitori e maestri. E però parlate de’ successi istorici, o favoleschi, o metaforici, e lasciate star le mostrazioni ed autoritadi, le quali credo, che sono più tosto storciute da voi, che da gli altri!
- Onor.
- Hai buona ragione, fratel mio! Oltre che conviene, ch’io torne a compire quel ch’avevo cominciato a dirti, se non dubiti, che con ciò medesimamente non ti vegna a sobvertere l’ingegno, e perturbar la coscienza intemerata.
- Seb.
- No, no, certo; questo ascolto più volentiera che mai posso aver ascoltata favola alcuna.
- Onor.
- Se dunque non m’ascolti sotto specie di dottrina e disciplina, ascoltami per spasso!
II.
- Seb.
- Ma non vedete Saulino e Coribante, che vegnono?
- Onor.
- È ora, che doveano esser venuti. Meglio il tardi che mai, Saulino.
- Cor.
- Si tardus adventus, citior expeditio.
- Seb.
- Col vostro tardare avete persi de’ bei propositi, quali desidero, che siano replicati da Onorio.
- Onor.
- No, di grazia, per che mi rincrescerebbe; ma seguitiamo il nostro proposito! per che, quanto a quello che sarà bisogno di riportar oltre, ne ragionaremo privatamente con essi a miglior comodità; per che ora non vorrei interrompere il filo del mio riporto.
- Saul.
- Si, si; così sia! Andate pur seguitando!
- Onor.
- Or essendo io, come ho già detto, ne la region celeste in titolo di cavallo pegaseo, mi è avvenuto per ordine del fato, che per la conversione a le cose inferiori — causa di certo affetto, ch’io indi venivo ad acquistare, la qual molto bene vien descritta dal Platonico Plotino — come inebriato di nettare, venia bandito ad esser or un filosofo, or un poeta, or un pe-