Pagina:Caccia di Diana.djvu/12

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certamente vorrà negarmi il merito d’essere io stato il primo a pubblicarla fregiata del nome del suo vero autore.

In tutti i codici da me veduti, questo poemetto non porta altro titolo che Caccia di Diana, o non ne ha nessuno; ma l’averlo il Poccianti attribuito al Boccaccio è prova che egli deve averlo incontrato in qualche codice col nome dell’autore: dietro il Poccianti, il Negri, e il Mazzuchelli nella sua grand’opera, annoverarono la Caccia di Diana fra le opere del Boccaccio. Queste notizie non erano che di poca autorità per indurmi alla credenza dei precitati scrittori, ma volli convincermene con un accurato esame del poemetto stesso, di cui per buona ventura diverse copie ne trovai esistere nelle nostre doviziosissime patrie biblioteche. Le mie ricerche non mi fornirono, è vero, nessuna prova autentica e di fatto intorno al nome dell’autore della Caccia di Diana, ma da replicato studio e diligente sopra questo poemetto ne riportai la convinzione sincerissima che il suo autore fosse quello stesso che dettò l’Amorosa Visione. Lo stile, il verso, il fraseggiare, la scelta delle voci, tutta insomma la tessitura della Caccia di Diana parmi essere identica coll’Amorosa Visione; e non è da omettersi che nei codici si trova spesso l’Amorosa Visione precedere la Caccia di Diana.

La natura e il contenuto del poemetto consolidano vie maggiormente la mia opinione. Ognun sa