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CANTO III.


Aveva Diana nella man sinestra
     Un arco forte, noderoso e grosso,
     Tal che daria fatica ad ogni destra,
E nel cacume del monte rimosso
     Gia con Cecca Bozzuta, che portava
     La sua faretra piena dietro al dosso;
E dietro ad un macchion s’ascose, e stava,
     Fin ch’ella vide un cavriol venire,
     Che un can, che lasciò Cecca, cacciava:
L’aprir l’aspro arco e il cavriol ferire
     In un momento fu, onde si fisse,
     E quivi cadde e non potè fuggire.
Diana volta a Cecca allora disse:
     Quando discenderemo il prenderai,
     E siesi tuo; e Cecca nol disdisse.
Ma alla Pipina, disiosa assai
     Con la Crespana a prender delle fiere,
     Disse, da questa parte te n’andrai,