Pagina:Cafaggioli e di altre fabbriche di ceramica in Toscana, 1902.djvu/18

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VIII proemio


storico1, gli venne in mente, non so precisamente quando, ma credo ne’ primi mesi del 1894, di dare alcune notizie intorno alla fabbrica di Ca’ Pirota e ad altre due meno note che furono in Faenza, e discorrerne in forma di lettera indirizzata al professore Federigo Argnani, conservatore della pinacoteca comunale in quella città, il «così caldo seguace e propugnatore della opinione del comm. Malagola», che negò «l’esistenza della fabbrica toscana di Cafaggiolo; opinione combattuta, ed ormai ripudiata dai più riputati scrittori della ceramica italiana». Ma non andò oltre due colonne e mezzo di una bozza, quantunque in lettera de’ 7 novembre 1894 al signor Antonio Medri di Faenza, si esprimesse così: «Alla domanda che Ella mi rinnuova nell’ultima cortese lettera, di scrivere anche un brevissimo articolo per la Giovane Romagna, io vorrei, non ostante le ragioni contrarie già dette altra volta, come so e posso compiacere; ma (c’è sempre un ma) presentemente non trovo un soggetto di erudizione o di storia da trattare, che corrisponda anche da lontano all’indole e al fine del suo Giornale. Avrei da qualche tempo imbastito un piccolo lavoro che farebbe al caso, parlando di cose, al mio parere, interessantissime, cioè di tre fabbriche della figulina faentina; la prima più celebre e le altre due poco conosciute. Ma (torna il solito ma) questo piccolo


  1. Variò più volte il titolo in certi appunti di Sommari, aggiungendo un’Appendice.