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Pagina:Cagna - Alpinisti ciabattoni.djvu/142

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Un cagnolino rustico da pagliajo, puntò gli zampini contro l’uscio della cucina ed entrò. Lo seguiva una vecchierella incurvata dagli anni, grondante acqua dalle vesti, malgrado il rozzo parapioggia che aveva nelle mani.

— Oh Janna! — sclamò l’ostessa. — Siete venuta con questo tempaccio?

— Ho portato i funghi — rispose semplicemente la vecchia porgendo un piccolo cestello.

— Poveretta, potevate aspettar domani!

— Venite qui, Janna — disse il professore che già la conosceva — riscaldatevi un poco.

— Grazie, debbo andare, si fa tardi.

— Un buon brodo ed un bicchierino per la Janna! — comandò il professore.

— Grazie, grazie — ed intanto la vecchia disponeva i bei funghi verniciati di piova sul tavolo; poi guardandosi intorno, e non vedendo il suo cane, chiamò:

— Tonì... Tonì? — e la bestiolina accorse con un rosicchio fra i denti.

— Uh! guarda, papà, come è inzaccherato il povero Tonì! — sclamò Carlino, e gli diede una fetta di pane.

Il professore portò egli stesso il brodo caldo alla vecchia, e la forzò quasi a sorbirlo.