Pagina:Cagna - Alpinisti ciabattoni.djvu/162

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Un vecchierello presso una catapecchia, rimestava un mucchio di letame fumante.

— Brav’uomo... semo a Artò?

— No signore; quella è la chiesa di Centonara, più in su troveranno Artò.

E avanti ancora, adesso sotto la sferza di un sole rovente.

Quel campanile pareva lì oltre il boschetto, ma allo svolto della strada era saltato più in là, sopra un fianco di montagna che scendeva giù a rotta di collo nel burrone.

Gaudenzio andava arrancando, un passo dopo l’altro, pensando che le ore dei montanari sono fatte di piombo.

Fermet un momento! — gridò alla moglie che lo precedeva; ma la signora Martina era tirata da quel campanile che aveva negli occhi, e lavorava di anche e di gambe per arrivarci; e Gaudenzio dietro, rassegnato, curvo, gobbuto, come se portasse un quintale di roba sulla schiena.

Arrivarono finalmente alla spianata della chiesuola, e fecero una fermata sotto il pronao dipinto di rozzi mascheroni in affresco.

Poco più in su, nel trogolo del fontanino, una bellissima giovane dagli occhioni da giovenca, fresca,