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Il professore, pratico dei valichi e dei sentieri, si trasse presto da quell’intrico di vallicine, e dopo una camminata di mezz’ora, i Gibella ebbero la soddisfazione di scorgere sopra un declivio verde una casipola, che aveva l’apparenza di essere abitata.
— È la casa della Janna, — disse il professore, — quella vecchierella che portò ieri i funghi all’oste.
— Ghe sarà de l’aqua de bev? — chiese Martina.
— Altro che! — rispose il professore, e chiamò forte: — Janna? Janna?
Dalla casipola sbucò prima un cane; era Toni, e dietro Toni, la vecchia, con un bambino in braccio.
In due minuti furono tutti sulla spianata, ed il professore sedendo con famigliarità presso l’uscio, pregò la Janna di portare una tazza d’acqua fresca, che Martina ingollò in un fiato come nettare.
Intanto la vecchia narrava i suoi guai al professore: era desolata perchè quel suo piccino aveva una febbrona da bestia. La nuora era fuori a lavorare, e lei aveva dovuto rimanere in casa per sorvegliare l’infermo; una giornata persa... e magari bastasse!
Carlino giuocherellava con Toni facendogli usto-