Pagina:Cagna - Alpinisti ciabattoni.djvu/240

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Gaudenzio intanto frugava nel borsellino, tirò fuori tre lirette d’argento, e le porse al dentista.

— Per il suo disturbo.

— Grazie: e giacchè il signore si dimostra soddisfatto dell’opera mia, io voglio lasciarle un mio ricordo; e gli presentò un flacone soggiungendo:

— Eccole il mio balsamo odontalgico, il tocca e sana dei denti, delle nevralgie, e di altri incomodi indicati nella ricetta. Bastano poche goccie; lei è padre di famiglia, avrà dei bambini...

— Oh sì bambini... l’è passata la stagione! — rispose Gaudenzio.

Ma l’altro incalzando con disinvoltura: — E se non ha piccini suoi, avrà dei nipotini... sarà nonno.

Gaudenzio lampeggiò un sorriso, ed il dentista dritto, sempre col botticino in mano:

— Dunque, ogni padre, ogni nonno, deve essere fornito di questo balsamo per preservare i piccini dalla terribile angina,... bastano poche frizioni. E se poi lei avesse qualche dolore di ventre, la febbre, le empetiggini, lo scorbuto, la trachea alla gola, il mal di mare, e la cachessia, bastano poche goccie, e tutto passa — e gli pose fra le mani l’involto.

Gaudenzio stava per ringraziarlo del regalo, ma il dentista con un sorrisone di amicizia concluse: