Pagina:Cagna - Un bel sogno, Barbini, Milano, 1871.djvu/46

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strano potere che aveva preso nell’animo suo quella fanciulla, e conobbe di quanto avesse progredito il suo amore in soli due giorni.

A che servirono mai tutti i suoi proponimenti? La verità ora si appalesava con tutta chiarezza. — Riavutosi alquanto egli riprese il suo cammino, ma più si appressava a quel balcone, più ingrandivasi la sua agitazione. —

Laura intanto era fissa cogli occhi al fondo di un’altra via che attraversava quella percorsa da Ermanno; dalla sua attitudine era facile l’indovinare che ella sperava di veder comparire qualche persona aspettata. — Tratto tratto, scorreva collo sguardo su tutti i punti dominati dal balcone, palesando una viva impazienza.

Allorchè le venne dato di vedere Ermanno, si fece rossa in viso, ed anch’essa fu colpita da un assalto di palpitazione.

Quando egli entrò nel portone, Laura gli corse incontro ad aprirlo, e lo ricevette sull’ultimo gradino con una convulsiva stretta di mano, ed un sorriso che riassumeva mille rimproveri, e mille ringraziamenti. — Entrarono sempre tenendosi per mano, giunti nella sala del balcone, Laura sedette, ma era tanto l’affanno della poverina da non trovare il respiro per dire una sola parola.

Letizia ed Alfredo non erano presenti per quel momento, ciò accresceva l’imbarazzo di Ermanno, il quale pure non aveva ancora aperto bocca — Infine Laura ruppe per la prima il silenzio.

— Bravo, bravissimo il signore, ieri sera noi abbiamo aspettato invano!....

— Mille perdoni madamigella.... non fu per colpa mia; d’altronde non aveva accertato di venire....

— È vero; ma pure farsi tanto desiderare, la è una