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prestatogli dal Minghetti in quell’occasione a Parigi.
Sì fu al suo ritorno a Bologna che il Minghetti delle alla luce un’opera di lungo studio e della più alla importanza, opera intitolata Dell’economia pubblica e delle sue attinenze con la morale e col diritto. Ognun comprende che noi non possiamo analizzare in queste pagine quell’importantissimo libro degno sotto molti rapporti d’esser messo accanto alle opere del Baudrillart, del Carey e del Bastiat. Tuttavia, non sappiamo resistere al desiderio di dare un’idea esatta al lettore dell’intendimento vero dell’opera, col riprodurre quella parte della prefazione in cui l’autore stesso viene esponendo con molta chiarezza il suo piano.
«Nel primo libro, citiamo le parole della prefazione stessa, discorro brevemente l’istoria dell’economia politica, e mostro che i principali errori economici ebbero loro radice in qualche falsa nozione di morale e di diritto. Tocco ancora delle ingiuste accuse date alla scienza nostra e di quelle svelo la vanità.
«Nel secondo libro entro a parlare della descrizione dell'economia come scienza e come arte. La quale descrizione non può trarsi soltanto dall’intimo di essa, ma ancora dalle sue relazioni con le altre discipline civili. L’analisi delle idee di ricchezza e di valore, che sono il fondamento dell’economia, mi conduce a discutere alcune fra le teoriche le più celebrate e alle discussioni alle quali diedero luogo.
«Nel terzo libro vengo a considerare le leggi più generali dell’economia, e seguendo l’ordine consueto, cerco le condizioni della massima produzione, della più equa repartizione, del più facile scambio, del più accomodato consumo. Quindi ritraggo come queste parti s’intreccino e si colleghino strettamente fra loro e come ciascuna di esse e tutte insieme richieggano l’osservanza della legge morale.
«Il quarto libro è come la riprova dell’antecedente, ma con un metodo al tutto diverso. Avvegnacchè l’osservanza della legge morale ha, in generalità, quest’effetto, di porre in ogni cosa la debita proporzione. Ora io dimostro, che, appunto una legge di proporzione è