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ch’ei fece provvista di cannoni nuovi, e si mise a tirargli sopra a palle infuocate. Sopraggiunse in questo mezzo la Convenzione del 15 settembre, stipulata dal ministero all’insaputa del Bottero e della sua Gazzetta con l’imperatore dei Francesi, per la evacuazione di Roma; e questo fatto inqualificabile fece dare fuori dei cesti il Bottero stesso e la suddetta sua Gazzetta, che...

Ma qui confessiamo sinceramente di non poter proseguire su questo tono, chè le conseguenze funestissime, sanguinose, derivate dalle provocazioni (che vogliamo contentarci di dire improvvide, per risparmiare la nostra penna) del Bottero e de’ suoi, sono di tal natura da meritargli il biasimo di tutte le persone di mente e di cuore di qualsiasi opinione. Diciamo il vero: noi non crediamo che i più acerrimi nemici del Bottero potessero lusingarsi di vederlo d’animo così deliberato mettersi in una via che tanto dista da quella un tempo da esso battuta; speriamo che si ravveda, e gli sia dato riacquistare il perduto!





È nato a Pontremoli in Lunigiana, quella provincia ch’era uno dei carrefour dell’odioso mosaico politico d’Italia, mentre cinque Stati se la spartivano: il Sardo, l’Estense, il Toscano, il Parmense e il Lucchese. Il Giuliani ha studiato matematiche a Pisa ed è divenuto ingegnere civile.

Non diremo che nella sua professione siasi mostrato un’aquila; ma non gli si può negare un’intelligenza assai sveglia e molta applicazione. La sua carriera, senza essere delle più brillanti, è stata assai rapida, e a quest’ora si trova giunto ai sommi gradi della gerarchia del genio civile.

Il collegio della sua città nativa lo ha inviato rappresentante al Parlamento nazionale, nel quale non si