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Ma l’epidemia del 54 non aveva fatto partenza affatto e riapparve l’anno di poi, e l’Elena fu da capo legistatore ed esecutore nel Municipio. Il Guverno con plauso di tutta la città creollo Senatore e fecelo decorato della commenda mauriziana. Freschi, celebrato scrittore di medicina e professore all’università di Genova, diede conto di tutte le mirabili fatiche e della provvidenza di quell’uomo in un volume assai capace col titolo di Storia documentata del Cholera in Genova, bella e importante relazione di tutto che in un grandissimo frangente sia capace un uomo di cuore e di superiore intelligenza.

Se fu ammirabile in quel premente in cui l’individuo di ciascuno riconosceva certamente benefizio, fu ben più onorevole per lo quieto e sordo lavoro di patria carità che assiduissimo manteneva della conciliazione della città col Governo dello Stato. L’Italia aveva fatto sue prime prove padrona di sè nel simulacro suo ch’era l’esercito de subalpini ito in Crimea. La fama si era sparsa e suonava gloriosa in tutta Europa quando i prodi tornavano alla loro terra. Attendevali Genova a sbarcarsi nel suo porto; e il sindaco aveva procacciato che la città si onorasse onorando. Ecco le navi, sbarcano i soldati, La-Marmora li riconduce. Chi si ricorda più di chi venne a bombardare, come dicevano, la città? Fu una festa frenetica di una gioia smisurata avvampante che tutto il popolo gli esultava d’intorno. Commosso quel Generale lasciava cadere le lagrime e abbracciando il sindaco Elena ringraziavalo del benefizio da lui procurato alla patria italiana con quella conciliazione.

Tutti dunque erano all’Elena grati e obbligati, quando il sorteggio del maestrato lo rifaceva eleggi bile al Consiglio municipale doveva esserci condotto a e voto unanime, ma Elena aveva un peccato addosso, che non si doveva nè purgare ne perdonare. Senatore aveva votato per l’abolizione dei conventi; il chiericato e il bigottismo, esuberanti in Genova allora più che ora, schierossi sulla via ch’ei dovea ricalcare e gli contrastò solennemente e indecentemente il passo. Fu un vero scandalo che produsse per altro