Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/221

Da Wikisource.

– 139 –


Al ritorno dell’oppressore straniero il Borghi si ritrasse dapprima in Isvizzera, quindi passò in Piemonte ove rimase fino a che caddero le speranze della pronta liberazione delle patrie contrade a cagion del disastro di Novara.

Ridottosi alcuni mesi dopo quella fatale battaglia a vivere di bel nuovo in Milano, vi compì la pratica notarile, dette l’esame relativo, ed ottenne decreto d’idoneità al notariato, all’esercizio del quale però non seppe mai risolversi ad applicarsi, perchè, quantunque amante teoricamente degli studî giuridici, sentivasi gravissima repugnanza pel formalismo della pratica.

Si dedicò invece a studî letterarî e linguistici, per meglio attendere ai quali entrò come impiegato nell’Archivio paleografico diplomatico di Milano, ove apprese a leggere e ad interpetrare i più difficili documenti antichi, si latini che italiani, francesi e spagnuoli. Ma non essendo poi stato elevato quell’archivio, come lo sperava il Borghi, al rango d’istituto archeologico, e non potendosi in esso per la gelosa ignoranza austriaca, far quelle indagini intorno alla patria istoria che il nostro protagonista erasi ripromesso, dopo alcuni anni ebbe a dimettersi da quell’impiego.

Anche al movimento del 1859 non fu dato al Borghi, per la sua mal ferma salute di offrire che una cooperazione indiretta, consistente in calorosi eccitamenti a chi poteva agire, e nella prestazione di quei materiali sussidî di cui poteva disporre.

Si fu appunto in riguardo a tale cooperazione e al dignitoso e patriottico contegno sempre serbato dal Borghi che i suoi concittadini nel rimeritarono, colla nomina di capitano della guardia nazionale di Milano, con quella di consigliere provinciale, e infine con eleggerlo a deputato al primo Parlamento italiano.

Non è inutile il notare che l’avvocato Borghi è proprietario, in unione ai suoi fratelli, di uno stabilimento industriale ch’è fra i primi di Lombardia. È questo un opificio di filatura e tessitura meccanica da cotone in cui lavorano circa seicento persone, sito nel comune di Varano.