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taglione nell’aprile del 1838, prese parte alla battaglia di Morella, accaduta il 19 agosto del medesimo anno, e vi si meritò la croce di cavaliere d’Isabella la Cattolica.

Due anni dopo il nostro protagonista era nominato tenente-colonnello; se non che nel 1841, licenziatosi il suo reggimento, piuttosto che rimanersi nell’ozio accettò di venire impiegato nell’intendenza militare, ove tu incaricato di liquidare e ritirare i crediti del suo corpo.

Inutile dire che durante tutto questo tempo gli sguardi e le aspirazioni del generoso ufficiale si volgevano spesso verso la dilettissima patria, sicchè non è meraviglia se appena surta per l’Italia l’alba del 1848 egli volò a prestare l’opera sua tra noi, e appena giunto in Modena fu tosto nominato colonnello del reggimento di linea organizzato in quel paese, e inviato ad assumere il comando delle varie truppe che stavano a guardia della linea dell’Oglio, a Bozzolo e a San Martino.

Messo quindi alla testa delle varie truppe modenesi che dipendevano prima dagli ordini del generale De Sonnaz, trasse seco i dragoni e gendarmi e prese parte ai due attacchi diretti contro Volta il 26 e 27 di luglio.

Da Lodi fu poscia mandato a prendere il comando di Pavia e delle truppe che ivi si trovavano; quindi si ritirò in Piemonte, mettendo in salvo il parco e molti carri di vestiario e altri effetti militari che aveva rinvenuti in quella città.

Tanti e così intelligenti servigi furono ricompensati dal magnanimo re Carlo Alberto con la nomina del Cucchiari in data 13 agosto a colonnello del 4° reggimento d’infanteria.

Si fu alla testa di questo corpo che il nostro protagonista combattè energicamente alla battaglia di Novara, ove, essendosi arditamente spinto fino ad Olenzo, fece buon numero di prigionieri, e costretto a ritirarsi verso sera con tutto il rimanente dell’esercito, mantenne compatte e bene ordinate le sue truppe, sebbene avesse subite non tenui perdite, mentre il suo corpo ebbe a deplorare la perdita di circa 300 individui tra morti e feriti.