Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/223

Da Wikisource.

     30In negre vesti lagrimaro. I Pani
     Sospirano il tuo canto, e per le selve
     Fan le Najadi ognor di pianto fiumi.
     Duolsi nelle caverne Eco, che tace,
     Ne più il tuo labbro imita. Al tuo morire
     35Scosser gli arbori il frutto, e i fior languìro.
     Non più venne dall’agne il dolce latte,
     Nè il mel dagli alveari. Entro la cera
     Per duol si strusse. E già non è più d’uopo
     Altro mele raccor, se il tuo ne manca.
40Sicule Muse, incominciate il pianto.
     Non mai delfin sì pianse in marin lido,
     Nè sì cantò usignuol sopra gli scogli,
     Nè sì rondine strise in alti monti,
     Nè sì d’Alcione il duol seguìo Ceice.
45Sicule Muse, incominciate il pianto.
     Nè Cerilo cantò sui glauchi flutti,
     Nè di Mennon l’augello alla sua tomba
     Volando pianse in orïente il figlio
     D’Aurora sì, come Bione estinto.
50Sicule Muse, incominciate il pianto.
     Gli usignuoli e le rondini da lui
     Già dilettate, ed a parlare instrutte,
     Sovra i rami posando un pianto alterno
     Destavano fra loro, e gli altri augelli
     55Rispondean: voi, colombe, ancor piangeste.
Sicule Muse, incominciate il pianto.
     Chi, o caro, sonerà la tua sampogna?
     Chi fia che appressi alle tue canne il labbro?
     Chi fia sì ardito? Elle respiran’anco
     60L’odor delle tue labbra, ed il tuo fiato.
     Eco pur di tue note infra le canne
     Si pasce. Io reco a Pan la tua siringa:
     Fors’ei pur temerà di porvi il labbro,
     Per non restar nel suono a te secondo.
65Sicule Muse, incominciate il pianto.