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10Nume, o mortal, la lingua mi balbetta,
Nè canta più qual pria. Ma quando, o Amore,
O Licida è, ch’io lodi, allor discorre
Pien d’alto brio dalle mie labbra il canto.
Idillio V
Se bei versi ho già fatto, anche que’ soli,
Onde finor la Parca mi fe’ dono,
M’acquisteranno onor; ma se graditi
Non son, che valmi il faticar più innanzi?
5Certo se il gran Tonante, o la sagace
Parca concesso al viver nostro avesse
Un doppio tempo, ond’altro in gaudio e festa,
Altro in fatiche si compiesse, allora
Goder potremmo il ben dopo gli stenti:
10Ma se i divi permisero alla vita
Degli uomini un sol tempo, e questo breve,
E minor che ad ogn’altro, a che meschini
In lavor ci logoriamo, od in fatiche?
Fin quando applicheremo a lucri, ed arti
15L’alma cupida ognor di miglior sorte?
Ognun si scorda, che mortal è nato,
E breve età dal fato in dono ottenne.
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Idillio VI
Beato è ben chi amando in amor trova
Corrispondenza par. Tal già presente
Piritoo fu Teseéo, bench’ei scendesse
All’implacabil Pluto. E tal fu Oreste
5Infra i ritrosi Asseni, allor che seco
Compagno del cammin Pilade avea.
Felice Achille fu mentre il buon socio
Visse, e felice anco morendo poi
Ch’ei fe’ dell’aspro suo morir vendetta.