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188 | Donne illustri. — Carlotta Corday. |
I giurati la condannarono a morte. Carlotta udì la condanna senza turbarsi, e volta al suo avvocato gli disse: «Voi mi avete difesa delicatamente e generosamente: unico modo che potesse piacermi. Ve ne ringrazio. Io ho preso pertanto a stimarvi, e voglio darvene una prova. Questi signori (mostrando i giudici) mi dicono che i miei beni sono confiscati; io ho un po’ di debito con la prigione. V’incarico di pagarlo.
Carlotta fu condotta al patibolo il 17 luglio 1793; vi salì con coraggio. Il carnefice prese la testa troncata, la schiaffeggiò e la mostrò al popolo. Ne uscì un grido d’orrore, perchè a quel codardo oltraggio il viso sì tranquillo della giovane s’era scosso con indignazione.
La morte di Marat fu pei terroristi pretesto a nuove stragi. Gli fecero splendide esequie e una specie d’apoteosi. Corse una preghiera:
Cœur de Jésus, cœur de Marat;
Il suo corpo, in luogo di quello di Mirabeau, fu deposto al Pantheon, con decreto del 14 novembre 1793. Ma un anno dopo ne fu ritolto e gettato in una cloaca. Il cranio di Marat somiglia perfettamente a quello dell’assassino Cartouche arrotato nel 1791, a quel che dicono gli anti-marattiani.
Curioso è che, secondo alcuni, essendosi dopo la morte di lui scoperto un suo schema di costituzione monarchica, tratteggiato nei principii della rivoluzione, fu dal popolo rimaledetto come di spiriti regi, e dichiarato decaduto dalla dignità di Dio.