Pagina:Campana - Il più lungo giorno, manoscritto, 1913.djvu/24

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e Faust alzava gli occhi ai comignoli delle case che nella luce della luna sembravano punti interrogativi e restava pensieroso allo strisciare dei loro passi che si attenuavano. Dalla vecchia taverna a volte che raccoglieva gli scolari d'Alemagna gli piaceva udire tra i calmi conversari l'inverno bolognese frigido e nebuloso come il suo, tra lo schioccare dei ciocchi e i guizzi della fiamma sull'ocra delle volte i passi frettolosi sotto gli archi prossimi. Amava raccogliersi in un canto mentre la giovine ostessa rosso il guarnello e le belle gote sotto la lunga pettinatura fumosa passava e ripassava davanti