Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/271

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lettere 265


Or come a protettor dell’ordine e nepote zelante dell’onor di Nostro Signore la supplico di tre cose.

Primo, mi faccia render dal padre Mostro il mio libro del Reminiscentur, approbato da gravissimi teologi, ritenutomi da lui son quattro anni, sempre promettendomi renderlo e non l’ha reso mai. E pure il libro è assai necessario a’ missionari de propaganda fide, per saper il principio ed il fine istante di ogni sètta del mondo dove vanno a predicare, e ’l modo di convincerle coi propri loro principii e con la ragion comune, come monsignor Ingoli sa e lo desidera. E pur il Mostro non ci trovò intoppo teologico, se non vuol che si parli sol con san Tomaso, — questa è finzione, — come se non avesse la chiesa altri campioni, né fosse scritto: «mille clypei pendent ex ea, omnis armatura fortium». E pur di tutti s’ha servito san Tomaso, e tutti padri chi scrissero contra gentili e giudei e maomettani. E lui mi scassò com’errore quella dottrina di san Tomaso, «futura contingentia coexistunt aeternitati»; perché li spagnoli, da’ quali esso ha li scartozzi che ha letto, non tengon questa opinione. Vedi s’egli sa esser tomista. E quante volte ci restò con san Tomaso in mano scornato, lo sa il padre maestro Bartoli ed altri chi fûro presenti. Di piú, ci mette non so che timor politico, cioè che li principi averian per male che nel libro gli esorto che, lasciati gli odi e guerre tra cristiani, dilatassero il loro imperio sopra infedeli, chi per lor discordia ci han tolto trecento regni ormai. Vostra Eminenza me lo faccia rendere; e se voi contendere, mi dia per giudice la Sorbona e ’l cardinale Ricilieu.

Secondo, domando ch’ordini al padre Mostro che non impedisca piú il publicetur del libro mio, intitolato Monarchia Messiae, stampato in Iesi, approbato giá dal compagno del Santo Offizio e del padre maestro Bartoli, per commissione del padre generale, e da esso padre Mostro con molti encomi. Perché in vero non è uscito libro mai piú potente per l’autoritá di santa Chiesa. Ed ora finge che daria disgusto a principi, quando in vero si conosce dalla lettura e dal proemio e dall’approbazione loro, che è utilissimo a concordar