Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/295

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lettere 289


Tornando dico che — il padre generale partendo per Lombardia dopo deluso dagli astrologi, non potendo far vicario spagnolo e Vostra Beatitudine avendo fatto procuratore il Firenzola, — Vostra Beatitudine li mandò a dir con monsignor Ceva che lasciasse vicario il padre Candido. Lui ingannò Vostra Beatitudine con mandarli a dire che restava al governo il Candido col Firenzola e Bartoli, e ch’esso non andava fuor d’Italia etc.; e fe’ di modo che restasse delusa l’intenzion di Vostra Beatitudine. Né volle far mai vicario se non fosse spagnolo; e quando si trattava per il Candido, lui spargea fama che non era di governo, quantunque sempre si mostrò ottimo nelle spirituali e temporali; e con tutto ciò li mandò patente per Germania al governo di tanti populi stravaganti, per cacciarlo da Roma, come sempre fa di quelli che pònno parer miglior di lui: e Vostra Beatitudine ordinò si fermasse.

Poi Vostra Beatitudine fece vicario il padre Firenzola; e lui irato scrisse a tutte le provincie che non fosse obedito, e si lesse la lettera sua in ospizio della Minerva dal procurator generale contra Vostra Beatitudine e in San Domenico di Napoli dal Ciantes ed in Lombardia, allegando ch’il Firenzola si facea indipendente da lui, solo perché il Firenzola disse al vicario generale de’ carmeliti — che li volea tôrre il luogo in cappella, dicendo ch’era vicario fatto da Vostra Beatitudine, — che lui anche era vicario fatto da Vostra Beatitudine; né però ha trasgredito i precetti del suo generale. Fecemo diligenza che questa lettera contra l’ordine di Vostra Beatitudine venisse in sua mano, e non credo sia venuta perché treman della sua tirannide; la vide il contestabile.

Per mantenersi nella tirannide usa grande arte, e prodigalitá per star in grazia di principi e di lor cortigiani; e perché non arrivino a Vostra Beatitudine le querele de’ frati, intercipe le lettere di sospetti, e mette in carcere quei che vengon a Roma senza sua licenza, anche che l’avesser dal Cardinal vicario e mille ragioni tenessero; e li mette in carcere e li tramanda di notte con le feluche, come fe’ a frate Agostino di Montecorvino ed a molti siciliani e calabresi; e