Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/319

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lettere 313

che fa il signor Morini al signor Galilei, conortandolo che si converta alla veritá mediante le ragioni del suo libro, qual Vostra Signoria l’averá visto. Non dico piú. Resto al suo comando, e desidero dal signor Cassendo quel che li cercai per la stampa.

Prego l’Altissimo per la salute di Vostra Signoria illustrissima, e mi rallegro che passa ben del dolore che me anche sei volte fin ora travagliò in vita mia: supportiamo quel che l’Autor della natura ci ha dato.

 Parigi, 2 luglio 1635.

Di V. S. illustrissima e reverendissima
servitore divotissimo ed obligatissimo
Tomaso Campanella.


All’illustrissimo e reverendissimo signor
     l’abbate Fabri, monsieur de Peresc,
          padron colendissimo,
 in Aix.

XC

Al cardinale nipote Francesco Barberini

Aspetta che il Barberino scriva a Parigi al nunzio apostolico Bolognetti che lasci di molestarlo, a torto ed a nome suo, in ispecie nell’impedire la ristampa di libri giá pubblicati a Roma o approvati dalla Sorbona, utilissimi alla chiesa; e non vuole altro.

          Eminentissimo e reverendissimo
               signor padrone colendissimo,

Le cose che qui occorreno vanno scritte al signor contestabile ed al signor conte di Castelvillano, a Vostra Eminenza no; perché li nunci avvisano forsi meglio, ma non piú fedelmente