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Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/60

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54 t. campanella

altri satrapi al parer loro, e voglion combatter meco con ferri, fosse, boia, sbirri, tormenti e malanni: queste armi io non ho, ma solo la ragione: e d’ogni cento loro darò cinquanta e la mano, e litigarò e li vincerò con queste armi cristiane.

O santo Padre, tutta la vita mia fu studi reconditi e di veritá naturale e politiche e divine, e sempre piena di guai e di persecuzioni: e sempre con pazienza sono stato intra la santa chiesa, benché mille volte fui invitato d’andar in Francia ed in Germania, e da veneziani in Turchia con l’ambasciatore per persuadere al turco un gran negozio; e mai non l’ho fatto per lo gran desiderio e gioia ch’ho delli studi miei. E giá si vede vero quel che dice l’Ecclesiastico della sapienza che fa alli suoi seguaci: «timorem et probationem et metum inducet super illum et cruciabit illum in tribulatione doctrinae suae, donec innotescant cogitationes suae et credat animae suae», e poi «thesaurizabit super illum». Io passai queste pene per amor della sapienza, ed oggi ho voluto vedere il tesoro che fa di me, l’ho pregato Dio sa come. Vidi, intesi e conobbi che nella chiesa sono li doni di Cristo, sapienza, profezia, interpretazioni, curazioni, miracoli ed altri; ma stanno sepolti per la incredulitá, e perché noi ci servimo di Cristo e non servimo a Cristo.

Ed ecco che li laici ci pagano per giusto giudicio divino di questa stessa moneta che si servono della chiesa, ma non servono alla chiesa. Or io dissi a questi signori giudici, ch’almeno per mostrar cose mirabili d’atterrare questo macchiavellismo e di resuscitare li doni e la morta fede tra catolici e per conversion d’eretici mi lasciassero ch’io parli e venga a Roma; e tutti si burlano «qui terrena sapiunt», li giudici tremano che non m’hanno potuto dar da scrivere a Vostra Beatitudine né mutar di carcere, né li sacramenti stessi: ed io in parte li scuso, ché qua ci vuole Crisostomi, Ambrosi, Atanasi, Tomasi a far testa a tanta possanza. Se ben con belli modi tutto si potria fare. E mo’ io stavo piangendo com’Elia sotto il iunipero, dimandando la morte; ed ecco venir questo angelo samaritano dopo che mi sprezzâro li leviti e li sacer-