Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1915 – BEIC 1777758.djvu/280

Da Wikisource.
274 annotazioni


1604; benché due anni dopo, per un omicidio, fu ripreso e giustiziato.

Madr. 8, espos. — Cfr. Paolo, Rom ., viii, 22.

Madr. 9, v. 9. — Gesú a Getsemani. Matt., xxvi, 36 sg.; Marc., xvi, 324

N. 74, madr. 1, v. 4. — Allusione alle mutazioni celesti e alle profezie che promettevano al C. (cfr. Ecloga e note rispettive) il rinnovamento del mondo secondo i suoi ideali, precursore della fine universale. Cfr. anche a p. 138 l’esposizione. — Per l’espos. di questo madr., Geremia, xii, 1.

Madr. 2, espos. — Eccl., ix, 3 e viii, 14.

Madr. 3, espos. — Per quello che avrebbe detto san Pietro a Simon mago vedi sopra nota al n. 34, p. 265.

N. 75, madr. 5. — Isaia, lxvi, 7.

Madr. 8. — «Sette monti» son quelli che aveva nel capo (cfr. sopra p. 259): indice, secondo le idee fisiognomoniche del C., d’ingegno privilegiato. «Arti nuove» = nuova dottrina. La «gran semblea» era la societá rifatta secondo la Cittá del sole: cfr. p. 191. Il «primo albo cavallo» è il primato tra i domenicani, poiché il bianco cavallo dell’Apocalissi è, come il C. avverte negli Art. prophetales (cfr. Amabile, Cong., i, 156), l’ordine domenicano. Nei vv. 6-7 accenna agli accorgimenti e all’opera perseverante con cui seppe attrarre (vincere = avvincere) a sé tanta gente in Calabria nel tempo della cospirazione. Cfr. Amabile, o. c., i, 156 e 225; e Cast., i, 163).

Espos. — Vincenzo è s. Vincenzo Ferreri; e Caterina la santa da Siena, che erano tra i profeti, di cui il C. si faceva forte. Cfr. p. 203.

Madr. 9, v. 11. — Il «messaggere» che ebbe il C. (cfr. nota al n. 72) è il demonio, che nell’agosto 1606 egli scriveva al papa di aver interrogato «or son tre anni» e di averne avuto molte profezie (Arch. stor. it., t. cit., parte i, p. 66 e Amabile, Cast., i, 25-26), dicendo che esso «compariva ad una persona da lui instrutta a pigliar l’influsso divino, al quale gli parea disposta dalle stelle per la sua nativitá» (quel Felice Gagliardo, di cui sopra pp. 267 e 273). I demòni che erano apparsi a lui— ricorda nel De sensu rer., ii, 25, — «praedixerunt eventus plurimorum partim verorum partim falsorum».

Per le «cose altre mirabili» dell’esposizione, v. Ath. triumph.2, pp. 161-63.