Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1915 – BEIC 1777758.djvu/306

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sua biografia del C., da collezioni private, è passato alla Biblioteca nazionale di Napoli, per legato dello stesso Amabile e fa parte del vol. v de’ Processi ecclesiastici di Campanella e soci, particolarmente intitolato Processo di Napoli — Scritture trovate a’ frati allegate (ms. xi, AA, 28); dove occupale carte 97-178: formando per sé un libretto con guardia di pergamena e resti di nastri di seta. Sulla guardia leggesi l’intitolazione: «Scripture, seu secreta manu scripta prohibita inventa in archa fratris dionisij pontij in cast, novo, cum relationibus Rev. Theologi de illorum qualitatibus». A p. 100 c’è una «Dedica» di mano dello stesso fra Pietro Ponzio, che scrisse le poesie che occupano le cc. 101145 del codicetto, di cui le cc. 146-178 son bianche; segno che il lavoro di copia del P. fu interrotto quando il ms. gli fu sequestrato. La dedica è anch’essa interrotta a mezzo:

Al molto III.re Sig.re Frati.co Gentile Patritio della Rep.ca Genovese
mio P.ron Colend.mo

Havendo io visto con quanto deciderio V. S.ria vá cercando li sonetti del P.re Camp.lla...

I sonetti (che non sono tutti sonetti) cominciano con la c. 101 r. Questo brano di dedica ha anch’esso la sua importanza. Infatti, poiché il 2 agosto 1601, in occasione d’una rissa sorta fra i carcerati, si fece una perquisizione nelle loro prigioni e presso del Ponzio, celato in un canestro con coperchio, fu scoperto quell’elegante codicetto «con zagarelle di seta pavonazze e rangiate», egli nel risponderne, il 17 marzo dell’anno dopo, ai giudici, diede ragguagli, che potrebbero far dubitare della paternitá di qualcuno dei componimenti da lui trascritti. Egli disse:

Detto mio [libretto] è scritto di mano mia, e è intitolato [a] Francesco Gentile, e son sonetti del Campanella, e di diversi altri autori, che sono andato radunando; e vanno per tutta questa cittá di Napoli1.

L’Amabile2 non trovò se non il son. «Gli occhi vostri, diss’io, quivi perdei» (intitolato Sonetto d’Orazio di G. a Don G. d’A.) di cui «tutt’al piú» potesse sospettarsi l’apocrifia. Ma è evidente che, con l’accenno a quegli altri «diversi autori», il Ponzio

  1. Amabile, Cong., iii, docc., p. 526.
  2. Cong., n, 297.