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Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1915 – BEIC 1777758.djvu/96

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90 scelta di poesie filosofiche


Questo sonetto è fatto perché l’intendano pochi; né io voglio dichiararlo. L’istoria di questa donna, che comparse a Cesare in visione, passando il Rubicon, fiume di Cesena, per venir contra il senato, è Italia col capo suo, Roma. L’istoria di Dina sverginata da Sichem e vendicata da Simeon e Levi, figliuoli di Giacob, che dinotano il sacerdozio e ’l popular dominio, sta nel Genesi, ed oggi, ecc. «Gierusalem» vuol dire vision di pace, e Roma è suo figurato. «Nazaret» vuol dire fiore, e «Atene» similmente. Qui legit intelligat. Vedi Dante, in Paradiso, canto ix. Erode perché finse serbar il seme, ecc.

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A Venezia

Nuova arca di Noè, che, mentre inonda
l’aspro flagel del barbaro tiranno
sopra l’Italia, dall’estremo danno
serbasti il seme giusto in mezzo all’onda 1,
qui di discordia e di servitú immonda
inviolata, eroi, chi ponno e sanno,
produci sempre: onde a ragion ti fanno
vergine intatta e madre alma e feconda 2.
Maraviglia del mondo, pia nepote
di Roma, onor d’Italia e gran sostegno 3,
de’ prencipi orologio e saggia scuola,
per mai non tramontar, se’, qual Boote,
tarda in guidare il tuo felice regno 4,
di libertá portando il pondo sola 5.

1. Quando Attila, detto nelle istorie «flagel di Dio», distrusse Aquileia e Padova, le reliquie degli abitanti si fuggîro nel seno del mare Adriatico, e fabbricâro Venezia in mezzo all’acque, che, come nuova arca di Noè, serbò il seme italico, ecc.

2. Nota che Venezia mai fu soggetta né a cittadini né a forestieri, e però «vergine» si dice, come Ezechiele chiama Gierusalem «puttana d’assiri», e Dante Italia «bordello» de’ forestieri, che la soggiogâro.