Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/152

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146 scelta di poesie filosofiche
Che l’anima, uscita dal corpo, non vuol tornare in lui, benché gli fosse fatto duro qual ferro e trasparente qual vetro, per non sentir morte né oscuritá; e solo vorrebbe riaverlo, se fosse fatto glorioso, come quello di Cristo risorgente: perché cosí non sarebbe all’alma impedimento, ma fregio, ecc.

madrigale 3

Mirando ’l mondo e le delizie sacre
e quanti onor a Dio fan gli almi spirti,
comincerai stupirti
come Egli miri pur la nostra terra
picciola, nera, brutta e, piú vo’ dirti,
dove ha tante biastemme orrende ed acre,
che par che si dissacre;
dove sta l’odio, la morte e la guerra;
e l’ignoranza troppo piú l’afferra.

Che l’alma, scarcerata dal corpo, si stupisce come Dio tenga conto della terra nostra, avendo tante letizie divine in cielo, ecc., e qua tante bruttezze e peccati, ecc.

madrigale 4

Vedrai pugnar contro la terra il cielo,
e ’l caldo bianco e la freddezza oscura,
e che d’essi Natura,
per trastullo de’ superi, ne forma
vento, acqua, pianta, metal, pietra dura;
del ciel scordarsi il caldo, e contra ’l gelo
vestirsi terren velo,
e come a suo’ bisogni la conforma;
e che doglia e piacer gli enti trasforma.

Che l’alma sciolta vede la pugna degli elementi, e come la Natura forma di essi tanti corpicelli per trastullo de’ superi, e come il caldo resta nel suo contrario a semenzire. E come la trasformazione è guidata dall’amore e dall’odio, ma non nel modo d’Empedocle, ma della Metafisica dell’autore.