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156 | scelta di poesie filosofiche |
madrigale 7
Chi dagli effetti Dio conoscer brama
per seco unirsi e lodarlo, sia certo,
come in me sono esperto,
delle sue colpe segreto perdono
conseguisce e scienza dell’incerto.
Dio osserva la pariglia: ama chi l’ama,
e risponde a chi il chiama.
Odia, disprezza il mal, sendo uno e buono;
chi a lui si dona, lo guadagna in dono.
Conchiude quel che ha provato, che Dio perdona i peccati e l’esaudisce, ed invocato risponde, ed insegna con piú amore che il padre, è piú presto che li diavoli. E che noi non siamo intesi né veggiamo, perché trascuriamo il suo culto, e non lo chiamiamo per ben nostro e per vero amore, né ci diamo in tutto e per tutto a lui. Ma chi si dá a Dio, guadagna Dio e se stesso
madrigale 8
Se mai fia ch’uomo ascolte
queste sotterra ed in silenzio nate
rime mie sventurate,
pria che nascan, sepolte;
pensier muti e costume;
ch’io non ragiono a caso;
ma sperienza e Nume
e legge natural m’hanno persuaso.
Nel prender commiato dice che queste rime sono fatte in una fossa, e però sepolte avanti che nate; ed esorta le genti a mutar vita e sospetto, perché non si è mosso a parlar così, se non per esperienza, e per Nume divino che l’ha insegnato, e per ragion naturale filosofica; ed assicura tutti del vero.