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Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/190

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184 scelta di poesie filosofiche

165Spavento pone all’elefante il drago.
Oh spettacolo vago — di lor gesti!
Falcon, tu avesti — rostro, e duro artiglio
l’aquila e ’l niglio37,
L’aquila e ’l niglio han pur la vista acuta,
170come il can lunge fiuta — la sua preda,
perché provveda, — ode lontano il lupo
al ventre cupo.
Pel ventre cupo ha forza la balena,
molta astuzia ha la iena, — industria l’ape.
175Oh come sape — polizia il governo,
d’está e d’inverno!
D’está e d’inverno han cittá le formiche;
stanze altri sempre apriche — si procaccia;
va il ragno a caccia, — e si fa rete e stanza
180di sua sostanza35.
Di sua sostanza si circonda e cova,
prende l’ali, e fa uova — quindi uscendo,
varie vivendo — vite un verme36; ahi lasso!
Oltre io non passo.
185Oltre io non passo, non posso 37; assai ignoro
l’anatomia, il lavoro, — fraudi ed ire,
gioie e martire — di quanti il mar serra,
l’aria e la terra.
O aria, o terra, o mar, mirar potrei
190ne’ vostri colisei — ta’ giuochi io sciolto!
Ma chi è sepolto — in corpo, sol s’accorge
che poco scorge 38.
Se poco scorge, potrá dirne meno.
Ma il sermon vostro appieno — a tutti è aperto;
195non è coperto — a nazione alcuna
sotto la luna.
Sotto la luna il nostro dir trascenda
al Re della tremenda — maestate.
Transumanate — menti, voci e note 39,
200ite al Signor, che tutto sape e puote.