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16 scelta di poesie filosofiche

cui il sillogismo è stral, che al segno attinge;
l’autoritá è man d’altri; donde penso
sol certo e lieto chi s’illuia e incinge.

In questo sonetto parla l’anima, e riconosce se stessa immortale ed infinita, per non saziarsi mai di sapere e volere, onde conosce non dalli elementi, ma da Dio infinito essa procedere; a cui s’arriva col sillogismo, come per strale allo scopo, perché dal simile effetto alla causa si va lontanamente; s’arriva con l’autoritá, come per mano d’altri si tocca un oggetto, ancora che questo sapere sia lontano e di poco gusto. Ma solo chi s’illuia, cioè chi si fa lui, cioè Dio, e chi s’incinge, cioè s’impregna di Dio, vien certo della divinitá e lieto conoscitore e beato: perché è penetrante e penetrato da quella. «Illuiare» ed «incingersi» son vocaboli di Dante, mirabili a questo proposito.

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Modo di filosofare

Il mondo è il libro dove il Senno eterno
scrisse i propri concetti, e vivo tempio
dove, pingendo i gesti e ’l proprio esempio,
di statue vive ornò l’imo e’l superno;
perch’ogni spirto qui l’arte e ’l governo
leggere e contemplar, per non farsi empio,
debba, e dir possa: — Io l’universo adempio,
Dio contemplando a tutte cose interno. —
Ma noi, strette alme a’ libri e tempii morti,
copiati dal vivo con piú errori,
gli anteponghiamo a magistero tale.
O pene, del fallir fatene accorti,
liti, ignoranze, fatiche e dolori;
deh torniamo, per Dio, all’originale!

In questo sonetto mostra che ’l mondo è libro e tempio di Dio, e che in lui si deve leggere l’arte divina ed imparare a