Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/231

Da Wikisource.

poesie postume 225


11

Sonetto fatto a tutti i carcerati per la medesima causa

La favella e ’l commercio vi si nega
e la difesa a voi, spiriti eletti;
perché sol la virtú de’ vostri petti
l’orgoglio del tiranno affrena e lega.
E s’a fin alto caritá vi piega
i corpi sparti e gli uniti intelletti,
saran, qual fu la Croce, benedetti
le forche, il fuoco, gli uncini e la sega!
È ’l bel morir che fa gli uomini dèi,
ove solo il valor saggio e virile
della sua gloria spiega i gran trofei.
Qui dolce libertá l’alma gentile
ritrova, e prova il ver, che senza lei
sarebbe ancor il Paradiso vile.

12

Sonetto in lode di fra Domenico Petrolo

Venuto è ’l tempo omai che si discuopra,
Petrolo mio, l’industriosa fede,
che serbasti all’amico, e giá si vede
ch’a tutte l’altre questa tua va sopra.
Mortifera, infedel, empia, ingrata opra
far simolasti, ch’a lui vita diede,
deluso il sdegno di gente, chi crede
che tal sofisma di terra lo cuopra.
Prodigo del tuo onor e della vita
per l’altrui vita, hai d’ognun piú gran fama,
che gli die’ aperta, ben pugnando, aita.
Di cerberi e bilingui cupa brama
schernisci or saggio; è sentenza finita.
Va felice ogni cosa a chi ben ama.