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50 | scelta di poesie filosofiche |
madrigale 8
Del nemico la fuga, o la vittoria,
e del cibo il restauro non bastando
ad eternar, il Senno amante, visto
che ’l sol produce, la terra impregnando,
tante sembianze, revocò a memoria
l’arte divina, e ’l mortal sesso misto
partío in due, che sembra terra e sole,
servendosi del caso; ond’ha provvisto
che, d’essi uniti, Amor, per be’ lambicchi,
virtú vital dispicchi,
chi d’esser gli fa ricchi,
morendo in sé, nella futura prole,
per questo amata piú ch’amante. E suole
qui Amor, vòlto in gioir, scordarsi il Senno;
come fan gli altri dell’inopia figli,
seguendola in piú e meno: onde vizi énno,
come virtuti son presso a consigli.
Con stupendo artificio dichiara come l’eternitá, oggetto di Amore, non si potendo tra mortali aver dalla vittoria o fuga del contrario, né dal ristoro del cibo; perché, se non si muore per quello, si muore per questo, ché ’l cibo, mentre si trasostanzia in noi, ci diminuisce, con la reazione, la natura; e, se pur questo non fosse, è necessario che si rompa qualche vaso, a lungo andare, e si muoia, secondo che Galeno dice, benché di contrari