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Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/231

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della specie, e quindi prima di trattare l’argomento delle origini dell’umanità, è necessario dare un cenno, almeno elementare, dello sviluppo dell’individuo.

Gli studii embriologici hanno condotto recentemente a dei risultati sorprendenti, poichè ci hanno svelato il significato di alcuni organi, dei quali non si conosceva prima d’ora l’origine, ed hanno vieppiù assodato il concetto della parentela che collega insieme tutti i membri del regno animale. Per dare un esempio la ghiandola pineale dell’uomo è nota da antichi tempi, chè anzi fu creduta la sede dell’anima; ma gli studii fatti sugli animali inferiori hanno dimostrato, che essa non è che un avanzo di un paio di occhi che esistono in alcuni bassi molluschi (Salpe), nell’istessa guisa che la ghiandola pituitaria del cervello umano non è che una branchia trasformata.

Come ogni altro mammifero, così anche l’uomo trae origine da un uovo, ossia da un minutissimo sacco, il quale contiene una certa quantità di materia nutritiva, che è il tuorlo. La formazione dell’embrione nell’uovo incomincia con un fenomeno che chiamasi di segmentazione o solcamento, pel quale il tuorlo si divide dapprima in due sfere, ciascuna di queste in due altre, e così via via fino alla trasformazione del tuorlo in una grande quantità di piccole sfere, di cui ciascuna riceve in seguito la propria membrana. In tale modo la natura raggiunge lo stesso risultato, al quale arriva un artefice nelle sue operazioni per fabbricare dei mattoni. Essa prende la informe materia plastica del tuorlo e la divide in masse dello stesso volume, atte a fabbricare ogni parte dell’edifizio vivente.

Ben tosto avviene un altro fenomeno. Le predette cellule si ritirano verso la periferia, accostandosi