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XIV discorso proemiale


Or bene, senza voler rilevare la contenenza e il valore storico della Notizia intorno agli scritti, alla vita e ai costumi di G. L. premessa dal Ranieri alle Opere, nè gli errori di fatto in cui egli cade involontariamente o volontariamente;1 e pure ammettendo che la quantità, qualità e ordinamento degli scritti compresi nelle ediz. furono in tutto conformi all’ultimo intendimento dell A.; è chiaro che, dire al valersi, per la sua ediz., del ricco e svariato materiale critico che aveva a sua piena disposizione, doveva essenzialmente attenersi, circa il testo dei canti già pubblicati, all’ediz. Starita, tenendo segnatamente conto rigoroso e fedele delle ultime correzz. che il L. aveva fatte a quel testo nell’esemplare da lui corretto in molti luoghi a penna, quando sul tramontar de’ suoi giorni preparò i materiali per una definitiva ediz. delle Opere da lui approvate che doveva farsi a Parigi dall’editore Baudry. Ora, non solo egli non si giovò quasi affatto di quel materiale critico, (quantunque voglia farci credere il contrario alludendo ad improbissime fatiche di correzioni, d’indici, d’avvertenze e di cento altri rispetti, duratevi intorno per anni interi);2 ma nel riprodurre l’ediz. Starita e l’esemplare corretto di essa non sempre si mostrò diligente, esatto e fedele; tanto che si può contare un buon centinaio di luoghi in cui se ne discosta.

Queste deviazioni sono più o meno gravi, e di natura diversa. Mettiamo subito da parte quelli che possono passare per errori di stampa, i quali sono pochissimi,3 e che avrebbero forse potuto essere evitati se il R. si fosse recato a sorvegliare la stampa di persona a Firenze, come aveva ripetutamente promesso al Le Monnier e poi non più effettuato; o almeno attenuati a meno di un Errata, come usò quasi sempre il L. stesso nelle edizz. da lui curate.4 Ma, ripetiamo, come

  1. Ciò è stato già fatto da altri; e in modo speciale da F. Ridella in Una sventura postuma di G. L., Torino, Clausen, 1897.
  2. Non è chi non veda la contraddizione tra cotesti vanti esagerati e la confessione che il R. fa nella sua lett. al Le Monnieri degli 11 febbr. ’45, chiedendo a stampa compiuta di potere riscontrare i Pensieri esattamente sull’originale autografo: «Io stesso avrò fatto degli errori copiando, e mi ci vuol del tempo ed attenzione grandissima.»
  3. Possono passare per err. tip. i sgg.: VI, 55 «Dafne e» p. «Dafne o»; XXIX, 69 «mano e» p. «mano o»; XXXII, 151 «animo» p. «anima»; 254 «mercanti» p. «mercati»; 278: «Vecchiezza gioventù» p. «Vecchiezza e giovantù».
  4. Veramente, a un Errata si pensò all’ultimo momento; e anche per ciò il R. avrebbe voluto aver sott’occhio tutta la stampa; ma poichè faceva intravvedere un non breve indugio sul risultato di quello sguardo generale a causa de’ suoi