Pagina:Canti (Leopardi-Moroncini) I.djvu/396

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vii. inno ai patriarchi 291

suono che nessun orecchio riceveva. L’eco non lo ripeteva che al vento. L’erbe de prati erano intatte da’ piedi de’ viventi: le Frutta pendevano senza che la loro vita allettasse alcuno a cibarsene, e, immagine della futura nostra caducità, si rotolavano già mature appiè dell albero che le aveva prodotte. Le foglie stormivano ec ec. i fonti cc. ec. Il tuono non atterriva ec. il lampo, la pioggia ec. procuri di destare un idea vasta e infinita di questa solitudine, simile a quella ch'io concepiva scrivendo l'Inno a Nettuno, e descrivendo la scesa di Rea nella terra inabitata per darvi alla luce quel Dio.

Quante sventure, o misero padre, quanti casi infelicissimi, quante vicende, quanti affanni, quante colpe aspettavano la tua sventurata progenie! Che orribile e dolorosa storia incominci! Tu non credi che quegli altri progenitori ai quali imponi i loro nomi, debbano essere tanto più Fortunati nella loro prole che i tuoi figli debbano invidiare alla vita delle mute piante, de’ tronchi inerti ec.

Eva, Donne, bellezza, suo impero, sua corruzione.

Caino. Ingresso della morte nel mondo. La società figlia del peccato, e della violazione delle leggi naturali, poichè la Scrittura dice che Caino. vagabondo e ramingo per li rimorsi della coscienza, e fuggendo la vendetta e portando seco la maledizione di Dio fu il primo fondatore delle città.

Set, cioè consolatore. Vizi del genere umano, e sua corruttela avanti il Diluvio.

A Noè. Tu salvi la nostra empia e misera stirpe dalla guerra e vittoria degli elementi. La salvi, e non per questo ella ne diviene migliore, nè rinnovandosi meno empia e sventurata di prima: anzi le calamità e le scelleraggini della seconda, superano quelle della generazione distrutta. Corvo, e colomba col suo ramo d’[o]ulivo. Arco baleno.

Torre di Babele. Nembrod, principio della tirannia. Confusione delle lingue, e principio delle nazioni. Diffusione del genere umano per la terra, Il nostro globo s’empie tutto di sventure e di delitti. Noi le insegnamo a terre vergini, le quali per la prima volta sentono l’influenza dell’uomo, e con ciò solo di-