Pagina:Canti (Leopardi-Moroncini) II.djvu/23

Da Wikisource.

394 XI. IL PASSERO SOLITARIO

Quasi fuggo lontano
Quasi romito, e strano
Al mio low natio,
Passo del siver mio la primavera.
Questo giorno ch’omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro - borgo.
Odi per Io sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di Ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande
E mira ed è mirata, e in cor s’allegra.
lo solitario in questa
J{imota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo e intanto il guardo
40 Steso nell aria apnca
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù viet, meno.
45 Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del vjver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume.
Non ti dorrai che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all’altrui core,
E lo! ha véto il mondo, e il dì futuro
i