Pagina:Canti (Leopardi-Moroncini) II.djvu/285

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634 xxxiv. la ginestra

25E biondeggiar di spiche, e risonaro
Di muggito d'armenti
Fui giardini e palagi,
Agli ozi de' potenti
Gradito ospizio; e fur città famose
30Che coi torrenti suoi l’altero monte
Dall'ignea bocca fulminando oppresse
Con gli abitanti insieme. Or tutto intorno
Una ruina involve,
Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
35I danni altrui commiserando, al cielo
Di dolcissimo odor mandi un profumo,
Che il deserto consola. A queste piagge
Venga colui che d'esaltar con lode
Il nostro stato ha in uso, e venga quanto
40È il gener nostro in cura
All’amante natura. E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà dell'uman seme,
Cui la dura nutrice, ov'ei men teme,
45Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
50Son dell'umana gente
Le magnifiche sorti e progressive.

   Qui mira e qui ti specchia,
Secol superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
55Dal risorto pensier segnato innaiiti
Abbandonasti, e volti addietro i passi.
Del ritornar ti vanti,