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642 XXXIV. LA GINESTRA


Sta natura ognor verde, anzi procede
Per sì lungo cammino
Che sembra star. Caggiono i regni intanto,
295195 Passan genti e hnguaggi ella non vede
E I’ uom deternità s’arroga il vanto.
E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
300Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Già noto, stender’a l’avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
305305 Sotto il Fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
310310 C00 lorsennato orgoglio inver le stelle,
Nè sul deserto, dove
E la sede e natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma piò saggia, ma tanto
315315 Meno inferma dell’uom, quanto le hall
Tue stirpi non credesti
O dal Fato o da te fatte immortali.