Pagina:Canti (Leopardi - Donati).djvu/247

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nota 237

Ai lettori, che usano por mente a queste minuzie, mi pare superfluo avvertire che le norme costantemente usate nella grafia di questi Scrittori d’Italia son quasi intieramente le medesime che il Leopardi adottò negli ultimi suoi anni. Se egli avesse ripubblicate le cose sue giovanili, a quelle norme si sarebbe attenuto, come ha fatto, per esempio, ristampando tra i Canti un frammento della seconda Elegia, e un altro dell’Appressamento della morte, e le due prime canzoni: è quindi ragionevole sperare che i giudici giudiziosi mi approveranno, se seguirò questo sistema di ridurre a unitá di grafia gli scritti che si verranno man mano ristampando.


II


Il poeta ha con minuziosa attenzione rivedute le cose sue ad ogni ristampa, e l’indicazione dei «ritocchi in piú e piú luoghi» era veramente sincerissima, come si può vedere dall’elenco delle varianti dato a pagina 213 e seguenti.

Non ho neppur cercato di rendere in qualche modo la selva di correzioni, di parole registrate in margine agli autografi, di esempi e di autoritá richiamate per quasi ciascuna parola. Ciò per piú ragioni. Prima di tutte e fondamentale questa, che la stampa non può mai rendere se non con grossolana approssimazione questo processo mentale dell’artefice; a mostrare il quale sarebbero necessarie riproduzioni fotomeccaniche dì fac-simili. Inoltre, l’autografo, che rende le incertezze, i dubbi e i metodi diversi di composizione, e qualche volta lo stato dell’animo di chi scrive, ben di rado o quasi mai rende compiuto il senso, perché la cernita definitiva, tra le varie espressioni che piú o meno tumultuariamente si affollano al pensiero, si determina nella ultima copia per la stampa, e a volte si modifica ancora nella revisione delle bozze. Infine se, su mille lettori e magari su cento critici, ce n’è uno che abbia acume d’ingegno e tanta perizia d’arte, da potere e saper veramente, fra queste selve, queste incertezze, ricostruire il procedimento tecnico del poeta, quell’uno certamente vorrebbe studiare gli autografi, quand’anche ne potesse avere una riproduzione esattissima.