Ma invan per lui riscintillando al giorno
Venia da lunge il Bosforo azzurrino;310
Invan pe’ colli e fra le curve sponde
Mormoravan d’amor gli alberi e l’onde.
Intentamente ai radïanti liti
La sua pallida fronte era conversa,
Ma in pensier’ procellosi e indefiniti315
Fremea la disdegnosa alma sommersa.
Simile intanto al serafin, che i miti
Sogni di un core giovanil traversa,
Una, più che mortal, divina forma
Rapida e muta gli venia su l’orma.320
Cadean profuse agli omeri di neve
Le nere trecce a la ventura erranti,
E distinta la fronte era d’un breve
Serto di perle al nuovo sol raggianti:
Un sinuoso vel candido e leve,325
Da trapunti girato orli brillanti,
Dïafano scorrea su la rasata
Gonna cilestre e d’ermellin listata.
Ai soavi crepuscoli dorati,
Onde anco il sonno avviluppar dovria330
Lei serena giacente, ed ai rosati
Molli sogni d’amor chi la rapia?
Pure in quei dubitanti occhi infocati,
Che grave il raggio del mattin feria,
E in quella fronte di pallor diffusa335
D’una mesta vigilia era l’accusa.